Lo sport post COVID-19

I sintomi del coronavirus si sono attenuati; è ora di ricominciare ad allenarsi a pieno ritmo? Assolutamente no, dicono i medici. Perché si dovrebbe sempre fare un check-up prima di ricominciare a fare sport.

Il fiatone dopo pochi scalini. Il polso sale, i muscoli dolgono e la circolazione va in tilt. Un’infezione da coronavirus indebolisce il corpo e le settimane di riposo si fanno sentire. Non c’è da stupirsi che si voglia tornare alla vecchia forma il prima possibile dopo la malattia. Ma a cosa bisogna fare attenzione quando si ricomincia a fare sport dopo un’infezione da coronavirus? Una specialista dà consigli.

Quando riprendere con l’allenamento dopo il coronavirus?

Ma come faccio a sapere se sono abbastanza in forma per il jogging o l’allenamento con i pesi? «Infatti non lo si può sapere», commenta Natina Schregenberger, medico generico e dello sport presso la SportClinic di Sihlcity Zurigo. «È sempre bene farsi controllare da un medico sportivo o da un medico di famiglia prima, anche se ci si sente di nuovo in forma. Perché dopo un’infezione da coronavirus c’è un rischio di infiammazione del muscolo cardiaco: «Affanno, tosse; questi sintomi li notiamo anche senza dovere andare da uno specialista. Ma non possiamo controllare il nostro muscolo cardiaco.» Dopo la malattia di COVID-19, gli esami da fare riguardano il cuore, i livelli di infiammazione, i reni e i polmoni. Solo quando i valori sono considerati sicuri si può tornare, gradualmente, a fare sport. «Per le persone molto atletiche ciò è il caso dopo almeno tre settimane. E, all’inizio, si parla di una passeggiata e niente più», aggiunge Schregenberger.

La dottoressa basa le sue raccomandazioni su un piano a tappe ufficiale dell’ordine dei medici Sport & Exercise Medicine Switzerland (SEMS) per il ritorno allo sport dopo il COVID-19. Poiché l’attuale situazione dello studio è in continua evoluzione, questa istantanea sarà adattata se necessario (vedi riquadro).

Quanto bisogna attendere prima di ricominciare a fare sport?

Ancora ci sono molte incognite e di conseguenza c’è tanta incertezza: «Abbiamo tantissimi pazienti in tutte le fasce d’età che vogliono sapere: quando sarò di nuovo in forma?» afferma Schregenberger. Tuttavia, quanto impiegheranno i pazienti per ritrovare la loro forma fisica varia da caso a caso: lo spettro è ampio. Purtroppo, ancora non si sa chi reagirà in che modo o quando si ritroverà la vecchia condizione atletica», continua il medico sportivo. Così, sarebbe possibile che le persone sportive soffrano più a lungo delle conseguenze della malattia, mentre le persone anziane ritrovano prima il loro livello iniziale. O il contrario.

Questo è ciò che si vorrebbe evitare. Lo sport forse protegge dalla malattia? Anche questo non è chiaro. Schregenberger afferma: «Lo sport probabilmente non protegge dall’infezione, ma, le persone attive minimizzano i propri fattori di rischio, come il colesterolo alto o il sovrappeso, e potrebbero passare attraverso un corso più facile come risultato. Inoltre, di solito hanno più massa muscolare e un sistema cardiovascolare più sano; in altre parole, più riserve in caso di malattia.» Ma: chi esagera con lo sport indebolisce il suo sistema immunitario.

Polso alto, muscoli stanchi

I problemi polmonari spesso descritti dai media, praticamente non trovano riscontro nella SportClinic. Pochissimi hanno subito (per lo più dopo la degenza in terapia intensiva) danni al tessuto polmonare. Questi pazienti ricevono un’assistenza speciale. «Molto spesso vedo persone sotto i 50 anni con un polso alto e muscoli stanchi», afferma Schregenberger. Molti sono esausti, soffrono di vertigini, mal di testa o hanno sintomi come formicolio alle mani o eruzioni cutanee. In alcuni pazienti si verifica anche una miocardite. «Ma vedo ottimi risultati dopo un recupero graduale», rassicura il medico sportivo. Consiglia più serenità e dice: «Non bisogna però mettersi troppa pressione addosso, ma rivalutare la situazione di giorno in giorno. E: si starà meglio, anche se ci vorranno settimane!»

Lo sport post COVID-19: ecco i consigli del medico

  • Meno ricerche, meno preoccupazioni
    «Il COVID-19 è un camaleonte. La malattia mostra molte sfaccettature. La cosa importante è: troppa ricerca su Internet provoca paura. I forum tendono a contenere scenari di orrore, poiché queste persone sentono anche il bisogno di comunicare», dice Schregenberger. «Invece, ascoltate il vostro medico sportivo e, naturalmente, il vostro corpo».
  • Carico leggero in accordo con il medico
    Chi deve mettersi in isolamento nella propria stanza, può alleviare gli effetti collaterali della posizione sdraiata, come il mal di schiena o i problemi di circolazione, con semplici esercizi di stretching. Dopo l’isolamento, una passeggiata di 15 minuti rappresenta un primo passo. Se va bene, si può aumentare il passo. «Importante: il polso non deve mai essere superiore al 70 percento del valore massimo», spiega Schregenberger. Anche un po’ di ginnastica, usando il proprio peso corporeo, o lo yoga possono essere utili all’inizio. Chi non ha le vertigini, può andare in bici senza, tuttavia, sforzarsi troppo.
  • Concedersi del tempo
    «Chi celebra ogni piccolo passo è motivato più a lungo. », sostiene il medico sportivo. «Non bisogna paragonarsi agli altri, ma prendersi il tempo necessario.»
  • Essere sinceri con sé stessi
    Schregenberger lo sa che è «più facile a dirsi che a farsi: ma è importante tenere a mente che i contraccolpi sono normali e non bisogna abbattersi: ci sono giorni buoni e giorni cattivi.» Il suo consiglio: «Credete in voi stessi! E fidatevi del vostro corpo, saprà come adattarsi alla nuova situazione.»

Testo: Katharina Rilling